Il privilegio: ecco il nemico storico della sinistra.
Uno sguardo sulla realtà mostra grandi disuguaglianze fra gli esseri umani. C'è chi ha molto e chi ha poco o nulla. C'è chi sfrutta e chi è sfruttato. C'è chi comanda e chi è costretto a ubbidire. Il potere, economico o politico, rappresenta una forma di privilegio. E da sempre chi si definisce di sinistra ha a cuore il destino di chi privilegiato non è. Ecco allora le lotte per abbattere i privilegi. Ecco le rivoluzioni, o almeno le riforme. Ecco gli scontri sindacali per migliori condizioni salariali e di lavoro. E' questo il progresso: l'evoluzione verso una società più giusta, nella quale si riconosca la sostanziale uguaglianza fra gli esseri umani, gli stessi diritti indipendentemente dall' appartenenza etnica, dalle inclinazioni sessuali, dalle idee politiche, dalle convinzioni religiose. Nessuno dev'essere discriminato per questi motivi. E, per gli stessi motivi, nessuno dev'essere privilegiato.
La lotta comincia in tempi remoti. Durante la Rivoluzione Francese si lottava contro i privilegi del Primo e del Secondo Stato. E le rivoluzioni dei due secoli successivi furono fatte in nome dei "dannati della terra", degli ultimi, dei più offesi, vilipesi, sfruttati. Dove sono oggi? Non li vediamo più. La sinistra dei Paesi dell'Occidente avanzato ha sconfitto la povertà e lo sfruttamento. Che però non sono scomparsi, ma si sono solo trasferiti altrove. I "dannati della terra" oggi sono nelle favelas sudamericane, nelle fabbriche cinesi, pakistane e filippine, nelle campagne africane. Una parte della sinistra combatte per loro, in nome di "un altro mondo possibile". Un'altra parte continua a guardarsi in giro un po' spaesata e cerca le vittime del privilegio di oggi. E le trova. O, meglio, sembra trovarle.
Una carovana di nomadi si installa su un terreno privato. Al sopraggiungere della polizia rifiuta di andarsene. Alcuni nomadi si intrufolano nelle case e negli appartamenti di un paese vicino, rubacchiando qua e là. La carovana se ne va solo dopo qualche giorno, lasciando il terreno in condizioni pietose. Gli abitanti del paese si dichiarano stufi e dei nomadi non vogliono mai più sentir parlare. Voci da sinistra: "Razzisti!".
Un collettivo di giovani occupa abusivamente uno stabile privato e organizza un centro sociale, le cui attività spaziano dal teatro sperimentale ai concerti di gruppi underground. Queste manifestazioni, realizzate in orario notturno, provocano un viavai fino alle ore piccole. Inizia lo spaccio di droghe leggere sui marciapiedi di fronte al centro sociale. Potenti casse assordano gli abitanti del quartiere. I vicini chiamano la polizia. Le autorità ipotizzano uno sgombero con la forza. Voci da sinistra: "E' una censura delle istanze giovanili!".
Un impiegato in un'azienda brilla per le sue continue assenze, ogni volta giustificate con motivi quanto meno discutibili. Anche quando c'è, lavora poco e male. La direzione decide di licenziarlo. Voci da sinistra: "E' un sopruso!". Il sindacato scatena un processo. L'azienda è costretta a reintegrare l'impiegato lavativo.
Che cos'è il privilegio? E' il diritto di fare qualcosa negato ad altri. Io non posso campeggiare su un terreno privato: se lo faccio, il proprietario chiama la polizia e mi fa sloggiare. Non posso neppure installarmi nelle case altrui, né spacciare droga per strada, né assordare il vicinato con la mia musica al massimo volume: se lo faccio, la polizia mi caccia, mi arresta, mi zittisce. Né posso permettermi di battere la fiacca: se lo faccio, la mia coscienza (forse la peggiore delle polizie) mi condanna e mi rimprovera. Ad altri, invece, questo è permesso senza portare le conseguenze delle proprie azioni. Non è anche questo un privilegio?
"L'uguaglianza, Shevek, è un valore irrinunciabile": così mi dicono da sinistra. Annuisco convinto. Poi però assisto ad abusi tollerati per alcuni e sanzionati per altri, con la benedizione di quella stessa sinistra. Perché?
Non capisco. Difendere il nomade ladro, il giovane casinista, l'impiegato fannullone non significa difendere il privilegio? Dov'è la solidarietà con gli oppressi, ossia i cittadini vittime dei furti, gli abitanti del quartiere assordati, i dipendenti impegnati?
Shevek
P.S.: Sul balcone di un appartamento vicino al centro sociale abusivo è apparso uno striscione: "Perché voglio dormire sono fascista?".
(mirrorato su Tumblr)